Come nascono le fate?

Storia di un progetto

Introduzione

Questa è una storia che va raccontata, perché parla di donne che hanno saputo trasformare la loro vita, che sono riuscite a mettere in fila, nominare, analizzare ed affrontare le vicende che le avevano provate, che hanno avuto la sapienza di analizzarle, di capire in quali meandri si erano persi i bandoli della propria capacità di autodeterminarsi, a quali livelli era giunta la maledetta capacità di sopportare che le donne apprendono in tutto il loro percorso di autodeterminazione di genere, e quanto la narrazione convenzionale del maschile e del femminile le aveva inchiodate ad un ruolo subalterno, che aveva triturato la loro autostima. Hanno saputo trasformare la loro sofferenza in sapienza, e hanno intrapreso un percorso che le ha condotte a ritrovarsi.

Questa è una storia che racconta, anche, come bisogna sostenere (per davvero) le donne che si imbattono nella violenza di genere, quali strumenti bisogna rendere loro disponibili, che tipo di iniziative e di strumenti debbano essere utilizzati per far sì che l’epifania del cambiamento possa avvenire, non rivittimizzandole ma promuovendole, non scaricando la responsabilità delle istituzioni, del privato sociale, della società civile nell’ipocrita esaltazione della “resilienza” – dote sdrucciola, che finisce con il responsabilizzare persone che, sic et sempliciter, vedono violati i loro diritti umani e civili.

Non si può continuare a considerare la violenza di genere come un’inattesa esplosione di violenza maschile contro donne inermi, incapaci e sciocche.

BeFree Cooperativa sociale

Be Free cooperativa sociale contro tratta violenze e discriminazioni, che nasce nel 2007 con l’intento di creare un laboratorio permanente di metodologie, pratiche e innovazione da rendere disponibile alle donne sopravvissute a violenza, ha assunto come chiave di lettura del proprio agire la “visione olistica della violenza”, come definita da Rashida Manjoo Special Rapporteur delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, le sue cause e le sue conseguenze dal 2009 al 2013, secondo un approccio volto ad evidenziare le interconnessioni tra le discriminazioni che sono presenti nei contesti sociali, nelle culture, nelle economie, nell’organizzazione del lavoro, e la violenza di genere.

Per tutti questi motivi, Be Free assume queste difficoltà collaborando ad offrire risposte e rende disponibile una assistenza specialistica nella ricerca del lavoro, della formazione, del microcredito, attraverso partenariati e accordi, che includono la possibilità di inserire le donne da noi seguite in tirocini retribuiti presso numerosissime aziende.

In questo contesto, nella tarda primavera del 2019, un bando di gara attira l’attenzione delle progettiste di Be Free.

E’ emanato dall’Assessorato Lavoro e Nuovi Diritti, Formazione, Scuola e Diritto alla Studio universitario, Politiche per la ricostruzione, in attuazione del Programma Operativo della Regione Lazio Fondo Sociale Europeo programmazione 2014-2020, e si riferisce, nello specifico, all’Asse II (Inclusione sociale e lotta alla povertà), ed è volto alla costruzione di “Reti per lo sviluppo dell’agricoltura sociale per l’inserimento socio-lavorativo di soggetti in condizioni di svantaggio”, e tra questi ultimi annovera le donne in uscita da situazioni di esperita violenza di genere.

E’ una fascinazione immediata per noi: mettere insieme la formazione, l’inserimento/reinserimento lavorativo e il seminare, l’avere cura, l’attendere, la soddisfazione profonda del raccogliere.

Possiamo facilmente avere alcuni requisiti – un partner Ente di Formazione Accreditata, un partner imprenditore agricolo -, ma manchiamo di un altro requisito indispensabile per poter applicare al bando: un appezzamento di terra nella nostra disponibilità.
Ed è proprio allora che gli astri si allineano.

E qui cominciano ad entrare in scena i protagonisti imprevisti di una storia che sembra una parabola, di quelle edificanti e che danno allegria –quelle sui sogni che si avverano, anche se si fatica e si faticherà immensamente per farli avverare.

A Castelgandolfo, una perla della zona dei laghi nella fascia metropolitana di Roma, in un antico convento ha sede da anni una ONLUS che si chiama “Casa di Maria”. Sono professionisti, impiegati, pensionati, persone per bene che amano fare il bene, accolgono le famiglie in difficoltà, si occupano delle e dei minori, per il doposcuola, le gite, lo sport, accolgono le necessità e offrono sostegno, cercano di “essere utili”, con convinzione e con umiltà.

A guidarli c’è Fratel Dino De Carolis, insegnante, autore di saggi per le Edizioni Paoline, instancabile missionario di ogni giorno. Negli ultimi tempi, la Comunità è stata colpita da un grave lutto. B., una giovane donna molto assidua delle attività del gruppo, è stata colpita da un cancro, che l’ha stroncata. Se ne è andata circondata dall’amore di tutta la comunità, ed a ciascuno dei suoi compagni di strada ha lasciato un messaggio: vuole che la sua bella e grande villa che sorge nei pressi di Nettuno, su un mezzo ettaro di terreno, sia donata ad un’organizzazione di donne che lavora al fianco delle donne.

I sodali della Casa di Maria iniziano una ricerca per trovare un’organizzazione di donne che sia adeguata a ricevere questo regalo. Si basano sul web, sul passaparola, qualcuno ha amici o conoscenti che lavorano negli Enti Locali, e insomma nella rosa dei nomi compare Be Free, gli associati della Casa di Maria approfondiscono le loro conoscenze su di noi, hanno a disposizione il sito e tutti i media, e le notizie dal web, e gli articoli e le trasmissioni su Be Free che è possibile reperire, raccolgono pareri su di noi, e sono pareri favorevoli, non sfugge loro l’approccio laico, femminista, transfemminista, libertario che ci contraddistingue, ma la vera fede è aperta alle differenze, capisce i contesti, e alla fine vinciamo questo contest che neanche sapevamo fosse in corso.

Seguono incontri conoscitivi, riunioni, scambio di dati e di documenti per siglare dal notaio il comodato d’uso gratuito (e scopriamo anche che su via Appia c’è un autovelox insidiosissimo…). Finisce che, oltre al piacere di aver incrociato nel cammino un piacevolissimo gruppo di persone, siamo titolari di una bella villa in cui poter ospitare, in formule che saranno successivamente messe a sistema, donne e minori, e di un appezzamento di terreno che ci consente di applicare al bando sull’agricoltura sociale.

Ma la trama narrativa si infittisce, e c’è bisogno di un altro colpo di (meritata) fortuna. La villa è molto grande e comoda, è dotata di grande salone, tre camere, bagno, cucina, ed ha, al piano sottostante, una sorta di sala hobby dotata di grande camino. Ma le condizioni generali non sono ottimali, il tetto ha bisogno di lavori piuttosto impegnativi, il sistema elettrico va reso a norma, e questi interventi, indispensabili, hanno un costo che Be Free non può permettersi. E qui avviene un altro incontro, inatteso e proficuo, e cominciamo a pensare di essere baciate dalla fortuna.

Ci viene a cercare il dottor Renato Cesaroni, del Rotary Club Mediterraneo di Roma. Ha sentito parlare di Be Free, si è incuriosito. E’ venuto in sede, abbiamo parlato tanto. Lui sta per diventare Presidente del suo circolo, e vuole mettere nel proprio programma un obiettivo cui dedicarsi per i 12 mesi in cui rivestirà la carica. Invitiamo il club Mediterraneo a Nettuno, vedono la villa, capiscono il problema e la destinazione della donazione di prammatica è definita senza indugio: avremo i fondi per ristrutturare la villa donataci da Casa di Maria.

Partenariato d’eccellenza

Subito troviamo il partenariato richiesto, ed è un partenariato d’eccellenza:

  • L’Associazione Compagnia Del Sapere (CdS) è un ente di Formazione e Management con sedi in Aprilia, Anzio e Roma che ha già progettato e sviluppato interventi formativi in collaborazione con Enti pubblici ed organizzazioni per associazioni di volontariato
  • il Comune di Aprilia – Ufficio CILO – Servizi Sociali aderisce al Catalogo dell’offerta formativa PON-Inclusione FSE 2014/2020 riservato ai destinatari del SIA/REI per attività di supporto all’inserimento lavorativo di categorie svantaggiate
  • L’Azienda agricola Tenuta Cappelli di Francesca Romana Cappelli, consiste di terreni della superficie complessiva di 37.70.88 ettari. L’intero complesso aziendale denominato “Tenuta di Valle Caia” è ubicato nel comune di Ardea, frazione Santa Palomba, località Valle Caia.

Avendo il partenariato richiesto, scriviamo un progetto per applicare al bando, e lo intitoliamo F.A.T.A., come acronimo di Fuoco, Acqua, Terra, Aria, i quattro elementi della magia dell’esistente: l’energia, la sorgente della vita, la scaturigine delle nostre radici, il respiro del mondo. Il nome è simbolico e beneaugurante, e veniamo ammesse al finanziamento richiesto.

L’inizio effettivo del progetto tarda ad avvenire: scoppia l’epidemia da SARS-COVID 19, che, oltre agli esiti drammatici che tutti ricordiamo, paralizza tutte le attività e ci crea intorno una bolla di irrealtà e angoscia.

Le procedure dell’affidamento da parte di Regione Lazio subiscono ulteriori rallentamenti per ostacoli di tipo burocratico. Nella laboriosa attesa di iniziare il progetto F.A.T.A. Be Free applica ad un altro bando della FOUNDATION ASSISTENCE INTERNATIONALE, che ha il fine statutario di sostenere progetti di solidarietà. Presentiamo un progetto dal titolo STARE AL CENTRO. E’ un progetto volto a restituire ad alcune delle donne seguite la consapevolezza della loro advocacy, rendendo loro disponibile un’opportunità concreta di creazione di impresa. Saranno inserite nel progetto 8/10 donne, anche con bambini, che, nel percorso di allontanamento dalla violenza esperita, hanno altresì incontrato difficoltà enormi sul piano economico, quale effetto della pandemia da SARS-COVID 19.

Sono tutte donne che hanno dovuto interrompere la loro attività lavorativa, sia come dipendenti (rappresentando, le donne, oltre il 90% dei licenziamenti avvenuti nel 2020 in Italia), sia come lavoratrici autonome/imprenditrici, attive in imprese non ancora stabilizzate al momento del lockdown. L’idea è quella di rendere loro disponibile un CENTRO polifunzionale, in grado di ospitare corsi di formazione volti alla creazione di impresa, nonché un laboratorio “incubatore” di attività produttive.

Anche il progetto STARE AL CENTRO riceve il finanziamento richiesto, e questo ci dà la sicurezza di poter sostenere ulteriormente le donne che vorranno, al termine del progetto F.A.T.A., strutturare un’attività.

Questo l’antefatto, il contenitore ideale di tanti percorsi di trasformazione ideali che debbono diventare concreti. L’azione complessiva vuole diventare trasformativa, radicale, incisiva. Si dota di accordi, di partenariati, di intese, semina idee di sviluppo ulteriore.

Il 28 gennaio 2022 il progetto F.A.T.A. viene presentato nel corso di un’affollata conferenza stampa nella sala consiliare del Comune di Nettuno, alla presenza del Sindaco, della Giunta, delle/dei consigliere e consiglieri, delle/dei dirigenti, delle testate locali.

Si inizia la ricerca delle beneficiarie del progetto. 20 donne che vogliono agguantare un’opportunità concreta per dare una svolta alla propria vita. La selezione procede veloce, il gruppo viene definito, ed il progetto ha inizio.

Nello svolgimento del percorso le corsiste seguono 150 ore di formazione, 68 ore di orientamento collettivo e 22 ore di orientamento individuale, 650 ore di tirocinio su campo ed ottengono, alla fine del progetto, la qualifica di Operatore Agricolo, Tecnico delle produzioni vegetali.

Giunte verso la fine del progetto F.A.T.A. percepiscono fortemente quanto questo progetto sia stato significativo per ciascuna. Tutte si sentono arricchite immensamente. Alcune si riavvicineranno al mondo del lavoro con spirito e strumenti diversi, altre vogliono fare dell’attività che hanno seguito per un intero anno un’attività propria, da svolgere in modo imprenditoriale. Ed il luogo del loro agire sarà il terreno della villa di Nettuno, un terreno che ha ricevuto le loro cure competenti ed al quale loro si sono affezionate.

Ma anche la Tenuta Cappelli sarà protagonista del loro futuro prossimo venturo: la relazione tra i titolari (Francesca Cappelli, il figlio Francesco Scottoni che collabora attivamente, essendo agronomo, alle fasi del progetto) e le donne è diventata, nel corso di F.A.T.A., estremamente importante e proficua.

In una sorta di prove tecniche di progettualità futura l’azienda offre alle donne di F.A.T.A. un sostegno che esubera da quello previsto in fase di progettazione.
Le donne iniziano a produrre piccole conserve con prodotti nella disponibilità del terreno di Ardea, e iniziano a frequentare, per farsi conoscere, sedi del Mercato Contadino. Ormai hanno deciso: creeranno una cooperativa agricola di sole donne, si gioveranno di quel po’ di sostegno che è assicurato dai vari progetti di cui Be Free è titolare, e del grande supporto dei Cappelli.

Il nome della cooperativa esce da una battuta di Laura Ferrari Ruffino, orientatrice del progetto: CAPPELLI PER LE FATE. E piace a tutte!

Save the deers

The two main groups are the Cervinae, including the muntjac, the fallow deer and the chital, and the Capreolinae, including the elk, reindeer (caribou), the roe deer, and the moose. Female reindeer, and male deer of all species (except the Chinese water deer), grow and shed new antlers each year.

Cleaning Creeks

A tidal creek is the portion of a stream that is affected by ebb and flow of ocean tides, in the case that the subject stream discharges to an ocean, sea or strait. Thus this portion of the stream has variable salinity and electrical conductivity over the tidal cycle. Due to the temporal variability of water quality parameters within the tidally influenced zone, there are unique biota associated.

Stop fox poaching

Fox species differ in fur color, length, and density. Coat colors range from pearly white to black and white to black flecked with white or grey on the underside. A fox's coat color and texture may vary due to the change in seasons; fox pelts are richer and denser in the colder months and lighter in the warmer months.